Quali sono le fasi per la degustazione di un vino bianco

Quello del vino è un mondo senza confini, fatto di storie e gesti senza tempo ma soprattutto di sapori e aromi inconfondibili che è bello imparare a riconoscere. Ecco perché sempre più persone scelgono di avvicinarsi alla nobile arte della degustazione, soprattutto del vino bianco.

Prima di analizzare i principali momenti e gli step essenziali che compongono questo percorso sensoriale, sarà corretto fare una precisazione relativa alla temperatura di servizio del vino stesso. Quest’ultima, infatti, andrà a incidere in maniera molto netta sul giudizio finale.

E’ importante che il vino bianco venga sempre assaggiato a una temperatura compresa nel range che va dai 7 ai 12 gradi.

Per degustare un vino bianco come ad esempio l’Ansonica, descritto su impetodivino.it, che è molto amato e con origini meridionali ma diffuso in tante regioni d’Italia, si dovrà partire dall’esame visivo per poi dedicarsi a quello olfattivo e infine all’aspetto gustativo.

L’aspetto visivo, il colore e l’intensità

Diversamente da quanto accade con i vini rossi, si dovrà tenere presente come vi siano meno varietà di colori in grado di esprimere il tipo d’uva utilizzato per ottenere il bianco. Proprio dal colore si possono ottenere informazioni importanti relativamente alle tecniche di vinificazione impiegate. Un vino incolore o piuttosto pallido probabilmente sarà stato prodotto con tecniche di stampo industriale, mentre invece un vino dal colore giallo intenso sarà stato con ogni probabilità fermentato in botte.

Ciascuna tipologia d’uva, comunque, a prescindere dal particolare metodo di vinificazione impiegato, rispetta un identikit tutto suo. Il colore aiuta pure a identificare un fattore chiave come l’età del vino: sarà giovane nel caso in cui si presenti giallo e con sfumature verdi, mentre invece sarà di un giallo più scuro nel caso in cui sia invecchiato (è l’effetto del trascorrere del tempo). Per quanto riguarda i parametri dell’intensità, si va nello specifico dal pallido al carico per arrivare allo scuro e al cupo. In fase di maturazione il colore si evolve, così un vino bianco potrà essere bianco carta oppure giallo paglierino così come anche giallo dorato, tendente all’ambrato o ambrato.

Esame olfattivo e del gusto: cosa sapere

Arriva poi il momento dell’esame olfattivo, che si compone di una serie di sensazioni dovute alle sostanze volatili odorose presenti. Sono diversi i fattori dai quali dipendono odori e aromi del vino bianco, in primis il grado di maturazione dell’uva e la relativa varietà impiegata. Generalmente, un vino bianco giovane sarà caratterizzato da aromi di frutta e fiori. Nei vini maggiormente strutturati si potranno percepire anche sentori di mandorla o nocciola. Se invece il vino bianco che stiamo degustando è più maturo, l’aroma potrà essere di frutta secca o tostata. Salvia, menta e timo sono altri aromi spesso presenti nel bouquet del vino bianco, così come l’acacia e il biancospino.

Passiamo alla fase conclusiva della degustazione di un vino bianco. Quelli più giovani saranno caratterizzati da una nota acida più decisa, che saprà donare un surplus di freschezza. Acidità che tenderà lentamente a diminuire dopo un periodo lungo di affinamento nella bottiglia. Per preservare la nota fresca l’ideale sarà degustare il vino nell’arco al massimo di un paio d’anni dall’acquisto.

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