La Valtrebbia è una splendida zona della provincia di Piacenza, che dall’Emilia giunge fino in Liguria. Tra le località che sorgono lungo il corso del fiume Trebbia, Bobbio occupa un posto preminente sia dal punto di vista estetico che culturale. Bellissimo paese situato sull’antica Via del Sale che portava a Genova, è il centro del culto di San Colombano, monaco giunto dall’Irlanda nel VII secolo. All’interno dei vari itinerari che si possono compiere nel Piacentino, Bobbio è una tappa a cui non si può rinunciare.
Il paese possiede diversi edifici storici ed esposizioni, come il Duomo (Cattedrale di Santa Maria Assunta), il Castello Malaspina, il Convento di San Francesco, il Museo Cittadino, il Santuario della Madonna dell’Aiuto. Tra i luoghi più significativi dal punto di vista storico e religioso vi è senz’altro l’Abbazia di San Colombano. Nell’annessa Basilica, dove tuttora si stanno facendo ritrovamenti archeologici, si può visitare la cripta che ospita un meraviglioso pavimento a mosaico e il sarcofago del Santo. All’interno dell’Abbazia vi è anche il relativo museo, che contiene reperti e opere sempre legati a San Colombano.
Una peculiare attrazione di Bobbio è il Ponte Vecchio sul Trebbia, detto anche Ponte Gobbo o Ponte del Diavolo. La sua caratteristica principale è la strana forma irregolare: le arcate sono di altezza diversa e lo sviluppo in lunghezza è storto. La leggenda narra che il ponte fu costruito in una sola notte dal Diavolo, dietro la promessa fatta da San Colombano di potersi prendere la prima anima che lo avesse attraversato. Nell’erigere le arcate il Diavolo si fece aiutare da altri demoni, che avendo stature differenti non riuscirono a tenere le altezze degli archi identiche. Il primo essere vivente che passò fu però un cane e non una persona: così il Demonio s’arrabbiò e sferrò un calcio al ponte, che da dritto che era divenne sghembo. La visita al ponte può essere abbinata a una passeggiata lungo il fiume e a un picnic: nei pressi, sulla sponda sinistra del Trebbia, si trova infatti un’area attrezzata con tavoli, panche e una fontana.
Monumenti e leggende a parte, Bobbio è un paese molto vitale sia dal punto di vista culturale che turistico. Durante tutto l’anno vengono organizzati numerosi eventi, il più noto dei quali (anche a livello internazionale) è il Film Festival voluto dal regista Marco Bellocchio, un bobbiese che non ha mai dimenticato il suo paese natale. Per conoscere l’elenco annuale completo delle manifestazioni si può consultare il sito del Comune.
La gastronomia è un aspetto da non ignorare dato che vi sono diverse specialità tipiche locali, la più celebre delle quali è il bractòn. Si tratta di spalla di maiale che, dopo una concia con vari aromi e un periodo di stagionatura, viene consumata cotta. Il bractòn si può mangiare sia caldo (tagliato a fette spesse) che freddo (usato come salume). Prima della cottura il bractòn viene conservato tra due pezzi di legno legati assieme.
Tra gli altri piatti bobbiesi troviamo i maccheroncini con l’ago (un tipo di pasta lunga che viene arrotolata attorno a un ferro da calza), le lumache in umido e lo stracotto di manzo. Tra i dolci merita una citazione la torta di mandorle. In passato il territorio limitrofo era pieno di mandorli, e un modo per conservarne i frutti era quello di confezionare queste torte, che durano anche più di un anno senza deperire. Ora i mandorli non ci sono più, ma la tradizione è rimasta. Una visita a Bobbio è anche l’occasione per gustare gli ottimi vini locali, come i bianchi Trebbianino e Ortrugo, o i rossi Barbera e Gutturnio. Nelle botteghe del centro storico non si avranno difficoltà nel ricercare le varie specialità enogastronomiche.
Indicazioni per i visitatori
Bobbio si trova sulla SS 45, strada statale che costeggia il Trebbia collegando Piacenza e Genova. Il paese può essere un’ottima base di partenza per l’esplorazione di tutta la Valtrebbia. Percorrendo la SS 45 verso sud si segue il corso fluviale fino ad arrivare ad Ottone, l’ultimo paese emiliano che si trova prima di sconfinare in Liguria. Il Trebbia disegna col suo letto sinuoso scenari mozzafiato, con veri e propri canyon costeggiati da una natura ancora poco antropizzata. In certi punti sembra quasi di essere negli USA o in Canada, e invece siamo nell’italianissima Emilia. Per chi ama lo sport e la natura, il Trebbia si può navigare in kayak o in canoa.
È nato nel 1967 a Carpi, in provincia di Modena, dove risiede e lavora come consulente freelance nel campo del web marketing e del copywriting. Appassionato di fotografia e viaggi, ama particolarmente scoprire luoghi e itinerari insoliti. È co-fondatore del blog Emotion Recollected In Tranquillity e ha collaborato con diverse testate ed enti turistici. Il suo sito web è www.gianlucavecchi.it