Il Gutturnio è un vino da invecchiamento? Così a prima vista potrebbe quasi sembrare una domanda retorica, ma in effetti la risposta non è scontata. Sia perché il vino Gutturnio, soprattutto quando vinificato fermo, è spesso vittima di superficiali pregiudizi, sia perché in effetti sul mercato sono raramente reperibili vecchie annate di questa tipologia di vino.
Per fortuna ad ovviare al secondo problema, per il piccolo esperimento degustativo che mi accingo a descrivere, ho avuto la possibilità di attingere alla mia personale e fornita cantina, che di vecchie annata di Gutturnio Superiore e Gutturnio riserva è molto ben fornita, e non parlo soltanto dei vini prodotti da Podere Casale.
Ma andiamo per ordine, ho accennato ad un esperimento degustativo, spiego meglio a cosa mi riferisco. Per rispondere alla domanda che dà il titolo a questo articolo, ho pensato che il modo migliore fosse semplicemente quello di verificare sul campo, in modo sperimentale ed empirico, come può presentarsi ad una degustazione un vino Gutturnio dei Colli Piacentini invecchiato parecchi anni. E quando dico parecchi anni ne intendo proprio tanti, compresi in una forbice tra i dieci ed i vent’anni.
Dalla fornita cantina già citata ho dunque prelevato le seguenti perle: un Gutturnio fermo Aldebaran della cantina Fratelli Piacentini & C vendemmia 1997. Un Gutturnio riserva del Castello Podere Casale, vendemmia 1995, un Gutturnio Classico Riserva vendemmia 2000 della cantina Pusterla, un Gutturnio Riserva vendemmia 2006 della Tenuta Pernice.
Ho aperto le bottiglie, versato i vini nei bicchieri, lasciato ossigenare per una ventina di minuti. Poi ho annusato, bevuto e degustato questi quattro vini Gutturnio prendendo appunti e facendo fotografie. In questo post descrivo, espongo e pubblico le mie impressioni, le sensazioni che ho provato, le conclusioni a cui sono giunto.
Si tratta ovviamente di giudizi personali che non hanno la minima pretesa di dare una risposta definitiva alla domanda di partenza. Tuttavia credo sia un buon metodo, da condividere con altri appassionati, in attesa di aggiungere altre opinioni, altri punti di vista, altre degustazioni, in un work in progress che potrebbe continuare a lungo riservando non poche sorprese.
Dovendo dare un qualche ordine, sono partito dall’annata più vecchia, via via sino a quella più recente.
Gutturnio Riserva del Castello Podere Casale vendemmia 1995
Il colore presenta tonalità ancora accettabili, con unghia non eccessivamente aranciata. Al naso è complesso, con sentori di frutta matura, tabacco e note vagamente balsamiche. In bocca è asciutto, agile, inaspettatamente fresco con finale lungo e leggero gusto di mandorla amara. E’ il più vecchio dei quattro vini in batteria, ottenuto da uve vendemmiate ventuno anni fa. Decisamente più che bevibile.
Gutturnio fermo Aldebaran della cantina Fratelli Piacentini & C vendemmia 1997.
Ancora soddisfacente il colore, che non sembra aver perduto la brillantezza della giovinezza, né aver ceduto a sfumature troppo aranciate. Al naso è ancora vivo, con articolate note di cannella e vaniglia, mentre in bocca è sapido e persistente. Gradevole da bere.
Gutturnio Classico Riserva il Poggio Pusterla vendemmia 2000
Anche per il Gutturnio Riserva il Poggio l’impatto visivo non delude, con colori più intensi di quanto ci si aspetterebbe da un vino in bottiglia da più di dieci anni. Al naso parte bene su piacevoli sentori di frutta, mentre al palato è corposo, con note speziate e un finale di liquirizia mediamente persistente. Forse anche grazia ad una annata storica per il piacentino come lo è stato il 2000, questo riserva il Poggio mi è sembrato notevole.
Gutturnio Riserva Tenuta Pernice vendemmia 2006
Concludiamo la degustazione con la riserva 2006 della Tenuta Pernice. E’ il vino più giovane in batteria, ma paradossalmente si presenta con il colore più scarico. Ma gli occhi non devono ingannare, perché al naso è fragrante, quasi floreale, mentre in bocca è pieno e compatto, con un buon supporto tannico e sentori di liquirizia e menta. Molto piacevole.
Conclusioni
Dopo questa degustazione di quattro vini Gutturnio lungamente affinati in bottiglia, come ho sempre pensato, mi rafforzo nella convinzione che il Gutturnio sia un ottimo vino da invecchiamento, a condizione che venga vinificato a questo scopo e che la materia prima di partenza, l’uva, sia adatta a questo fine.
Non ci si può fare illusioni in questo senso, senza ridurre la quantità di uva prodotta per ogni pianta, al fine di favorire la migliore maturazione, non si riesce ad andare molto lontano.
Tu hai mai bevuto un Gutturnio lungamente invecchiato? Racconta la tua esperienza nei commenti.
Coltivo la vite, produco vino sui Colli Piacentini e sono l’ideatore di Brindando.com